A proposito di vaccini. “Iniettarsi un vaccino per non bucarsi più“. Ebbene si, i ricercatori impegnati nella “lotta contro la droga”, adottando il punto di vista secondo cui la dipendenza da questa sostanza va trattata come una qualsiasi malattia, ci propongono un vaccino.Leggi di più…
Cosa attiva un’emozione?
Una specifica tonalità emotiva determina un certo grado di apertura o chiusura del soggetto nel mondo che abita e conseguentemente influenza l’appalesarsi o meno di alcuni significati nonché la capacità della persona di cogliere ciò che le succede e nuove possibilità, nuovi orizzonti.
Nel linguaggio delle neuroscienze questo si traduce nel modo seguente: emozione e motivazione influenzano la nostra capacità di elaborare le informazioni che riceviamo e influenza quindi la scelta del modo di agire nel mondo.
“Gli scarti della crisi”. A Torino Josh Kline usa i veri disoccupati per la sua mostra
“Il primo passo verso la cura è la diagnosi della malattia. Tu non sei il tuo lavoro. Tu non sei la tua carriera. Tu sei un essere umano“.
Così si esprime Josh Kline, artista statunitense che nel mese di Febbraio ha esposto la sua mostra “Unemployment” accolta nelle stanze della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino. Ho avuto la fortuna di capitare di là e di vederla, penso meriti due parole.Leggi di più…
Neuropsicopatologie. Modelli teorici, terapie ed evoluzione del sistema welfare
Si tratta del primo convegno nazionale incentrato sul tema delle Neuropsicopatologie. E si terrà a Padova, vicino a noi, nelle giornate del 24-25-26 febbraio 2017.
Attacco di panico. Ma cos’è? Cosa fare?
Molte – troppe – volte mi capita di ascoltare i giovani, e non solo, definire quello che secondo loro è stato un “attacco di panico” e sentire invece la descrizione esemplare di un attacco d’ansia o di semplice paura o di crisi isterica, sensazioni altrettanto spiacevoli certamente, da considerare con attenzione, ma quello che noto è, complici stereotipi comuni o mezzi di comunicazione poco precisi ed informati, una tendenza sociale alla “patologizzazione”. E ciò comporta terrore eccessivo e senso eccessivo di scarsa autoefficacia, nonché un aggravamento dei sintomi. Dal lato opposto trovo invece pazienti che finalmente danno un nome a queste strane alterazioni corporali che non sapevano come definire. Dare il giusto nome alle cose ci permette in questo caso di agire nel modo più efficace. Ma che cos’è davvero un attacco di panico?