“Il primo passo verso la cura è la diagnosi della malattia. Tu non sei il tuo lavoro. Tu non sei la tua carriera. Tu sei un essere umano“.
Così si esprime Josh Kline, artista statunitense che nel mese di Febbraio ha esposto la sua mostra “Unemployment” accolta nelle stanze della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo a Torino. Ho avuto la fortuna di capitare di là e di vederla, penso meriti due parole.“Il capitalismo se ne infischia di te. I sistemi economici non hanno sentimenti. In una società concepita per l’obsolescenza programmata, il destino ineluttabile dei beni, dei servizi e delle persone che li forniscono, è di diventare rifiuti“. Ecco perchè i carrelli pieni di bottiglie di plastica vuote. Mentre si cammina per le piccole sale della Fondazione, si inciampa quasi letteralmente in corpi 3d, molto verosimili, insacchettati. Gli scarti della società, questa l’immagine che vuole comunicare l’artista con la sua mostra, disoccupazione in quanto uomo disoccupato abbandonato a se stesso. Uomo che ha lavorato ma che ora non serve più. Danno morale più che danno economico.
Il punto di vista dello psicologo
In questo momento storico diventa difficile fare progetti, tutto sembra precario e temporaneo, non si capiscono bene le possibilità. Ciò che può salvare e dare un’altra forma di stabilità è l’identificare altri ruoli oltre a quello lavorativo, altri sensi. Aprire nuove possibilità o vecchie già esistenti e mai pienamente colte, in un contesto tuttavia probabilmente caratterizzato da scarsa disponibilità economica. Certamente una grande sfida.
E poi, sul finale, ci lascia con un video, che esprime l’utopia del “Time to Live”. La mostra è terminata il 12 febbraio, ma qui un video che ve ne può dare un’idea.
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